L’altra cosa è che American Dust fa molto ridere, ma veramente molto e in un modo che solo chi legge libri conosce: ridi dentro. Da fuori credo che non si veda proprio niente. Ma dentro ridi moltissimo. Se ci pensate è una cosa che esiste solo nella lettura. Voglio dire, quando si è in mezzo alla gente è il contrario: ridi fuori anche quando non è proprio che ti stai divertendo, lo fai per gentilezza, o anche solo per rispettare un codice. Non è che vai a una cena e poi passi il tempo a ridere dentro. Ma quando leggi lo fai, se chi scrive è bravo. Deve essere abbastanza spiritoso per farti ridere dentro ma poi sapersi fermare un attimo prima di farti sbottare a ridere fuori.
Visualizzazione post con etichetta alessandro baricco. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta alessandro baricco. Mostra tutti i post
giovedì 4 luglio 2013
domenica 8 gennaio 2012
ALESSANDRO BARICCO - NOVECENTO
In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si portava addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia... Tutta scritta addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava... Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo e quella immensa mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all’altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa. Ci viaggiava sopra da dio, poi, mentre le dita gli scivolavano sui tasti, accarezzando le curve di un ragtime.
Iscriviti a:
Post (Atom)