A me sembra che starei sempre bene là dove non sono, e di questa questione di trasloco discuto di continuo con l’anima mia.
«Visto che
ami tanto la quiete, con lo spettacolo del moto, vuoi venire ad abitare in
Olanda, terra beatificante? Forse ti divertiresti in quelle contrade che hai
spesso ammirato in immagine nei musei. Che ne diresti di Rotterdam, tu che ami
le foreste di alberi di nave, e i piroscafi ormeggiati ai piedi delle case?».
L’anima resta muta.
«Forse ti sorriderebbe di più Batavia? Vi troveremmo, fra
l’altro, lo spirito d’Europa sposato con la bellezza tropicale».
Nemmeno una parola. Che la mia anima sia morta?
«Sei dunque
giunta a tal punto di intorpidimento da compiacerti solo del tuo male? Se è
così, fuggiamo verso i paesi analogie della Morte. - Ho quel che ci serve,
povera anima mia! Faremo le valigie per Torneo. Andiamo ancora più lontano,
all’estremo capo del Baltico; o ancora più lontano dalla vita, se possibile;
installiamoci al polo. Là il sole sfiora solo obliquamente la terra, e le lente
alternative della luce e della notte sopprimono la varietà e accrescono la
monotonia, questa metà del nulla. Là potremo fare lunghi bagni di tenebre,
mentre, per divertirci, le aurore boreali ci invieranno ogni tanto i loro rosei
fasci, come riflessi di fuochi d’artificio dell'Inferno!».
Finalmente l'anima mia esplode, e saggiamente mi grida: «Non
importa dove! non importa dove! purché sia fuori di questo mondo!».
che bella poesia
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