martedì 13 agosto 2013

NICK HORNBY - ALTA FEDELTA'

E mi piaceva fare il dee-jay, mi piaceva da pazzi. Guardare giù in una stanza piena di teste che ballonzolano tutte al ritmo della musica scelta da te è un’esperienza entusiasmante, e per quei sei mesi in cui il locale era di moda, fui felice come non mai. Per la prima volta mi sentivo pieno d’energia, anche se poi mi resi conto che si trattava di una falsa energia, perché non veniva affatto da me, ma dalla musica: chiunque faccia ascoltare i suoi dischi preferiti di musica dance in un luogo affollato, a gente che ha pagato apposta per ascoltarli, si sentirebbe esattamente come mi sentivo io. La musica dance, dopo tutto, si suppone debba avere una certa energia: avevo fatto un po’ di confusione.

[...]

Così, forse, quando prima sostenevo che ascoltare troppi dischi può rovinare la vita, non avevo tutti i torti. Prendi David Owen, è sposato, no? Ha famiglia, si è occupato di tutte quelle cose lì, e ora è un diplomatico di primissimo piano. E il tipo entrato in negozio in giacca e cravatta e con le chiavi dell’auto, anche lui è sposato, e adesso è, non so, diciamo un uomo d’affari. Io invece non sono sposato – anzi, al momento, sono meno sposato che mai – e possiedo un fallimentare negozio di dischi. Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozioni) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finché non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo. Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati, o al settimo cielo, e questi sono stati d’animo difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida. Forse Al Green è responsabile di molte più cose di quante mi sia mai reso conto.

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