venerdì 6 gennaio 2012

LYDIA FLEM - CASANOVA. L’UOMO CHE AMAVA LE DONNE, DAVVERO.


Viaggiare, per Casanova, significa precedere gli eventi, rimettere senza sosta la sorte in gioco, verificare il proprio potere di seduzione, le proprie qualità, le astuzie. E quando ha consumato tutto il suo credito e il suo fascino in un luogo, se ne va in un altro. Volta pagina e si concede di nuovo una situazione vergine, senza macchie ne rasure. Partire allora diventa sinonimo di oblio, di abbandono del passato, tentativo di fuga dalle costrizioni degli atti e delle parole. Il viaggio diventa così uno strumento per evitare la durata. Casanova si sposta nello spazio per evitare la durata.

[...]

La natura animale, spiega lo scrittore, deve per istinto soddisfare tre bisogni per essere tale: il cibo, la riproduzione e la distruzione del proprio avversario. Queste tre sensazioni, fame, desiderio sessuale e odio nei confronti del nemico, offrono delle soddisfazioni ripetitive e semplici. [...] L’uomo, quando si abbandona a quei tre impulsi senza ragionare, si trova nella stessa condizione dei bruti. Ma quando mette in moto l’intelligenza, le soddisfazioni si trasformano in piacere, cioè in quella sensazione inesplicabile che ci fa assaporare la cosiddetta felicità. Che è a sua volta inesplicabile, anche se la sentiamo [...]. L’uomo amante del piacere ma capace anche di pensare e ragionare, sdegna la ghiottoneria, la lascivia e la brutale vendetta che muove da un rozzo impulso di collera. Egli è un buongustaio; s’innamora, ma per godere dell’oggetto amato vuole essere sicuro d’essere riamato; e quando viene offeso, sa rimandare la vendetta e preparare a sangue freddo i modi più acconci a fargliene gustare il piacere [...]. Noi soffriamo la fame per meglio assaporar le salse, differiamo il godimento amoroso per renderlo più vivo, rimandiamo la vendetta per farla più micidiale.

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