mercoledì 18 aprile 2012

ERRI DE LUCA - TRE CAVALLI


Mi ricapita amore, perciò penso al primo, mentre ripiglio il treno.
A vent’anni tento qualche amore scarso. Per una ragazza mi piglia desiderio di andare insieme a un cinema, per un'altra di passeggiare in un'altra città. Le cerco, mi evitano, scrivo loro qualche lettera.
Mi mancano ma non smuovono amore.
Mi scordo di loro imparando a scalare montagne.
Poi incontro Dvora d'estate.
Ci sono creature assegnate che non riescono a incontrarsi mai e s'aggiustano ad amare un'altra persona per rammendare l'assenza. Sono sagge.
Io a vent'anni non conosco gli abbracci e decido di aspettare. Aspetto la creatura assegnata. Sto vigile, imparo a scorrere le facce di una folla in pochi istanti. Ci sono sistemi che insegnano la lettura veloce dei libri, io imparo a leggere una folla al volo.
La setaccio, la scarto tutta, neanche un grano di quelle facce resta nella retina. So sempre che lei non c'è, lei, la assegnata.
Non ho un ritratto in testa da far combaciare sopra una faccia, no, l'assegnazione non dipende dagli occhi, anche se non so da cosa. Aspetto d'incontrarla per saperne la figura.
Aspettare. Questo è il mio verbo a venti anni, un infinito asciutto che non sbrodola di ansia, non sbava speranza. Aspetto a vuoto.

sabato 7 aprile 2012

CHARLES BUKOWSKI - DONNE


Finimmo di bere e andammo a prendere i bagagli di Katherine. Parecchi uomini tentarono di attirare la sua attenzione, ma lei camminava vicino a me, tenendomi per un braccio. Pochissime belle donne mostravano volentieri in pubblico di appartenere a qualcuno. Avevo conosciuto abbastanza donne da rendermi perfettamente conto di questo. Le accettavo per quel che erano, e l’amore veniva di rado e a fatica. Quando veniva, di solito, era per le ragioni sbagliate. Ci si stancava semplicemente di trattenere l’amore e lo si lasciava andare perché aveva bisogno di andare da qualche parte. Era allora di solito, che cominciavano i guai.